LETTERATURA

I sequestrati di Altona

Jean-Paul Sartre

recensione


Chi perde, vince

Germania 1941. Franz Gerlach, primogenito di un importante industriale tedesco, nasconde nella sua stanza un ebreo polacco fuggito da un campo di concentramento. Viene scoperto, il padre riesce a salvargli la vita grazie all'intervento di Goebbels, ma l'ebreo viene ucciso e Franz deve partire per la campagna di Russia.

Torna a casa nel 1946, sopravvissuto al suo battaglione, attraversando a piedi la Polonia occupata. Ritorno alla normalita'. Ma quale? Come fosse facile posare il fucile, scordarsi i morti e ricominciare.

Il suo crollo finale avviene alla lettura radiofonica della sentenza di Norimberga che Franz sente come la condanna di tutto il popolo tedesco; ovviamente anche lui e' uno dei condannati, non c'e' via di scampo. Prende su di sé le colpe e, sentendo di dover agire nell'immobilismo collettivo, diviene il "testimone della storia" (nausea e rifiuto dello squallore quotidiano).

Per sfuggire a se stesso e al mondo che lo circonda, ma contemporaneamente per espiare e darsi in pasto ai posteri, vive 13 anni rinchiuso nella sua stanza, assorbito dai fantasmi della sua coscienza collettiva, deponendo ogni giorno, unico testimone a difesa, nel processo che ha per accusato popolo tedesco (angoscia, derivante dall'essere libero e quindi aver su di sé la responsabilita' di tutto il mondo, e vergogna, egli e' solo di fronte al mondo: "Mi vedono, quindi sono").

Sequestrato dalla storia, dalla sua lucida follia e dall'amore della famiglia, tiene a sua volta sotto sequestro gli altri.

Il padre, attraverso la sorella, gli nasconde che la Germania e' ancora distrutta, anzi tagliata in due. Franz rifiuta di vedere il padre ed ognuno dei protagonisti e' l'aguzzino ed il torturatore degli altri e degli altri ognuno e' la vittima. Il gioco del "chi perde vince" ribalta la verita' e la realta' ad ogni istante, proprio perché verita' e realta' sono soggettivi e mutevoli ed ogni personaggio vive la propria realta' in contrapposizione e a discapito della realta' degli altri.

Ma cosa fara' Franz quando si rendera' conto che il mondo, rifiutata la responsabilita' degli eventi, ha scelto di essere senza memoria?

Prevarra' la responsabilita' collettiva o la responsabilita' del singolo?

Chi perdera' per vincere?

Questo dramma teatrale (in cinque atti) andato in scena la prima volta nel 1959, e' tra gli scritti di Sartre quella da me piu' amata, forse per l'evidenza di una sorta di relativita' dell'esistenza e dei ruoli che noi tutti nell'esistenza interpretiamo.

Non adatto agli adolescenti che potrebbero sviluppare una sorta di "doppia visione" terribilmente dannosa allo sviluppo dell'ego, io lo lessi a 15 anni e tutti coloro che mi conoscono assicurano che si vede. Consigliato vivamente, invece, a chi crede di essere immune alla pazzia ed e' convinto di avere la verita' in tasca.

Rosalba Crosilla

I sequestrati di Altona: copertina

I sequestrati di Altona: copertina