MUSICA

Camel

storia del gruppo

Oggi sicuramente ultimi e degnissimi rappresentati del rock progressivo originario (scuola Canterbury, per intenderci) i Camel nascono nel lontano 1972 a Londra. Il fondatore è Peter Bardens, tastiere e voce, il futuro "Grande" Andrew Latimer alla chitarra, Andy Ward alle percussioni, Doug Ferguson al basso e voce. Nessuno di loro è un novellino, com'era logico nella Londra degli ultimi anni '60: la musica si respirava con la nebbia, i musicisti d'alto livello (praticamente tutti poveri in canna) si sprecavano, gli stili e le idee si fondevano in un cratere vulcanico che a volte ... spesso ... eruttava. Ed allora, che spettacolo!

Ma il progressive era agli albori e i discografici non erano troppo propensi ad esporsi economicamente per lanciare un genere di musica che, come risposta da parte del grande pubblico, aveva solo un punto di domanda. Proprio per questo motivo la Decca, demandava ad una sua sottocover, la Deram, il settore prog: pochi investimenti anche per il battage pubblicitario equivalevano a poca visibilità per i gruppi che con questa etichetta incidevano e, tra loro, i Camel.

Partenza lenta, quindi, rallentata ancora di più da una causa intentata dal produttore (Geoff Jukes) contro Latimer per pretesi diritti d'autore, causa vinta da Latimer ma ben cinque anni dopo.

Il primo album esce, per l'appunto in sordina, nel 1973 con il titolo "Camel" e già lo stile si sente, stile che prenderà piede con "Mirage" del 1974 e che si evolverà, arricchendosi di nuove sfumature, lungo 32 anni di sofisticato e sognante prog. I Camel non si immoleranno alla ricerca esasperata ed alla sperimentazione, non verranno mai sconvolti dal "genio e sregolatezza" che in quegli anni era di casa tra gli amplificatori e solo il tempo darà loro ragione.

Nel 1974 esce il concept "The Snow Goose" che, seppur osannato dalla critica e vincitore del "Disco d'Oro" per le vendite, non riesce a dar fuoco alla miccia "Camel"; probabilmente continuò ad avere grosso peso l'atteggiamento della casa discografica, ancor meno interessata al genere prog in quel periodo, con la facile disco-dance che bussava insistentemente alle porte e che in breve tempo manda in crisi buona parte del panorama musicale di alto livello. Per sopravvivere devono tradire sè stessi, cedere alla moda e "commercializzarsi" (un doloroso esempio per tutti, i Genesis).

I Camel vanno avanti (per fortuna!) per la loro strada, ma continuano a rimanere in una sorta di nicchia, ben lontani dal successo di massa come pure dai guadagni. Uno ad uno i componenti originari del gruppo escono di scena, per ultimo Andy Ward nel 1981. Da questo momento i Camel saranno in realtà Andy Latimer, attorno al quale ruoteranno vari musicisti-amici che lo "coadiuveranno" nei concerti e nelle incisioni, eppure, a parte un primo momento di "spiazzamento", il livello artistico non cala e, nel 1984, ci regala "Stationary Traveller" ed una Berlino ancora divisa dall'arrogante follia dell'uomo, riesce a vivere di poesia nelle sue note.

L'anno successivo segna un'altra svolta nella storia del "gruppo". Andy Latimer scioglie il contratto con la Decca, pur avendo già depositato materiale che sarebbe successivamente confluito in "Dust and Dreams", e va alla ricerca di una nuova etichetta.

Vengono presi accordi di massima con la EG Records, piccola casa musicale che aveva però prodotto anche Eno, Fripp e Brian Ferry, accordi che non giugeranno mai ad una conclusione, mentre la Decca comunica che non pubblicherà "Dust and Dreams" in quanto il contratto non è più valido.

E' il 1988: Latimer vende la casa di Londra, si trasferisce negli Stati Uniti e ...... comincia a pensare al suo futuro.... Riscrive completamente "Dust and Dreams" (della prima versione non esiste più traccia), con il ricavato della vendita della casa londinese impianta un piccolo studio di registrazione e registra questo concept di assoluta bellezza ispirato al romanzo di Steinbeck "Furore": sue sono le musiche, i testi, gli arrangiamenti e, forse più per necessità che per scelta, si rivela un polistrumentista addirittura spiazzante per la facilità (sempre accompagnata da un'estrema sensibilità) con la quale passa dal moog al canto, dal flauto alle tastiere ed alla chitarra. Tecnicamente ha le carte in regola, grazie ai suoi studi di composizione, pianoforte e chitarra, ma il risultato va ben oltre la tecnica.

"Dust and Dreams" uscirà appena nel 1991: con il progressive ormai al tramonto Latimer non riesce a trovare un produttore. Unica possibilità autoprodursi e, con gli ultimi soldi rimasti ed il ricavato dalle vendite di un bootleg ufficializzato ("Warning - Camel on the road 1972" ), riesce a mettere in piedi quella che tutt'ora è la sua casa discografica: la Camel Productions .

Altre purissime perle seguono "Dust and Dreams" . "Harbour Of Tears", del 1996, dalle armonie gaeliche, in onore di tutti coloro che sono emigrati per poter sopravvivere. "Rajaz" , del 1999, suggestivo quanto la sua storia: nasce dalla lettura di un libro, 'World Music - A Rough Guide', regalatogli da Colin Bass alla sua uscita dal gruppo. Nella sezione dedicata alla musica araba Latimer scopre una forma musicale antica, chiamata appunto "Rajaz", un'improvvisazione sul ritmo del passo dei cammelli che aiutava i viandanti a sopportare meglio i lunghi e faticosi percorsi per giungere alla meta. L'idea affascina talmente Latimer che riesce a tradurla (magistralmente) in musica.

Potrei ricordare ancora il delicato ( ... proprio come un batter d'ali) "A Nod and a Wink" (recensione) del 2002, ma val la pena di ascoltare con la massima attenzione ogni album.

... Aspettando il prossimo ....

Rosalba Crosilla