MUSICA

Yes

storia del gruppo

Strano, come gruppo, gli Yes. Strano soprattutto l'amalgama "mai amalgamato" di artisti che nel corso di quasi quarantanni (con entrate, uscite, rientri e nuovi arrivi) sono stati gli Yes.

Solitamente in un gruppo esiste il leader, spesso insopportabile quanto geniale come Roger Waters dei Pink Floyd o Robert Fripp per i King Crimson, oppure esiste l'artista folle che mal sopporta le regole della convivenza ma imprime al gruppo carattere e profondità (Peter Gabriel dei Genesis), esiste colui che del gruppo è l'anima accettata all'unanimità come Andy Latimer dei Camel o, con sfumature diverse, Ian Anderson per i Jethro Tull: gli Yes esorbitano da queste regole, da sempre sono, appunto, un'amalgama "mai amalgamato" eppure, da sempre, esiste il marchio Yes.

Anche gli Yes, come (quasi) tutti gli esponenti di spicco del progressive, nascono a Londra nel 1969. La band iniziale è formata dalla voce solista Jon Anderson, da Chris Squire (basso e voce), Tony Kaye alle tastiere, Bill Bruford alla batteria e Peter Banks alla chitarra. Inizio normale, assolutamente non eclatante anche se di buon livello, con Yes, del '69 appunto, nel quale sono presenti anche la cover di "I See You" David Crosby (che con il progressive non ha avuto mai nulla da spartire) e la cover di "Every Little Thing" degli psichedelici (in quel momento) Lennon e McCartney; gli altri 6 brani sono di eccellente fattura casalinga e sono tutti firmati da Anderson e Squire.

In linea perfetta con i tempi anche il quasi immediato cambio nella formazione: Peter Banks lascia il posto a Steve Howe che riceve l'investitura con The Yes Album del '71. Per i fans dell'epoca e di oggi questo album rappresenta i veri Yes e buona parte del merito va riconosciuta al nuovo arrivato che si rivelerà immediatamente chitarrista dal tocco originale ed artista dotato di una peculiare vena poetica.

Ma la chicca arriva l'anno successivo, assieme al cambio alle tastiere: l'abum è Fragile, il nuovo arrivato è Rick Wakeman e sotto le sue mani i suoni acquistano ampiezza, si dilatano ed assumono connotati progressive decisamente più marcati. Dello stesso anno Close To The Edge, che per molti cultori del progressive diventa il loro capolavoro, caratterizzato da una lunghissima suite che copre un intero lato del vinile; anche in questo album non sono tanto le idee o la complessità della musica a colpire, quanto il sapiente uso che ogni musicista fa del suo strumento, caratteristica peculiare, questa, del gruppo.

Tales From Topographic Oceans Come del 1973 (con Alan White alle percussioni al posto dell'appena uscito Bill Bruford) è per così dire l'apoteosi della suite: ce ne sono quattro e riempiono ciascuna un lato dell'album doppio che, in realtà, ha una durata totale di "solo" un'ora e venti minuti.

A passi neanche tanto lenti arriva il 1977 e, come per tutti gli altri appartenenti al filone musicale del progressive, anche Yes pagheranno lo scotto all'avvento della disco music anche con dissidi interni che porteranno all'uscita (momentanea) di due dei capostipiti, Jon Anderson e Rick Wakeman sostituiti da Trevor Horn e Geoff Downes, entrambi ex Buggles (quelli di "Video Killed The Radio Star" per intenderci) ed il suono degli Yes devia fortemente verso il synth-pop. Un album, Drama, tre anni di silenzio e nel 1983 una sequela di novità con l'album 90125: spariti i due nuovi arrivati, Jon Anderson torna ad essere la voce del gruppo, alle tastiere, dopo 10 anni, c'è Tony Kaye ed alla chitarra al posto di Steve Howe troviamo il duro Trevor Rabin; sicuramente per lanciare l'album, la prima traccia (Owner Of A Lonely Heart) viene immessa sul mercato come singolo ed in brevissimo si trova in testa alle classifiche, trascinando come previsto anche l'album.

Ma forse proprio da questo album in poi la musica del gruppo subisce un cambiamento drastico che li snatura.

All'inizio abbiamo parlato di amalgama "mai amalgamato" di artisti ed è venuto il momento di spiegare il senso di quella frase tracciando il profilo dei più significativi componenti che ne hanno determinato l'anima.


Jon Anderson

John Roy Anderson, nato il 25 ottobre 1944 a Accrington, nel Lancashire. Molla molto presto la scuola e, tra un lavoro saltuario e l'altro, inizia a cantare in vari complessini: ha una voce particolare, da tenore o contro-tenore estremamente variegata. Certo che, a leggere le cronache, pare proprio che l'Inghilterra di quegli anni fosse abitata solo da ragazzi adolescenti o poco più con un'unica passione: la musica. A 18 anni entra nei Warriors, dove alla batteria c'è quel Ian Wallace che poi suonerà con i King Crimson e con Bob Dylan; riescono a fare qualche serata anche al Cavern Club a Liverpool, dov'erano nati i Beatles, ed a incidere due singoli.

Nel 1968 incide due singoli come solista, lavora come barman al La Chasse, vicino ad un altro locale "mito" della musica, il Marquee Club. Proprio al La Chasse incontra Chris Squire, con il quale successivamente comporrà gran parte dei pezzi, e gli Yes hanno inizio.

Sicuramente l'impatto che qualsiasi ascoltatore aveva ed ha ascoltando gli Yes è proprio con la sua voce ed è una voce che sicuramente si discosta dai canoni del progressive.

Chris Squire

Christopher Russell Edward Squire, detto Fish, nato a Kingsbury (Londra) il 4 marzo, 1948, detentore legale del marchio Yes, ha partecipato a tutti gli album al basso e spesso alla voce con Anderson e, assieme a quest'ultimo, autore di quasi tutti i pezzi.

Termina la carriera scolastica a 16 con una sospensione (i suoi capelli erano troppo lunghi). La sua vera passione è la musica ed il suo basso, strumento che letteralmente rivoluziona: è tra i primi, infatti, ad usare effetti come tremolo,wah-wah e phraser solitamente usati per la chitarra e spesso traccia delle linee di basso praticamente solistiche. Ultimo tocco l'utilizzo sia dell'amplificatore canonico da basso assieme ad uno per chitarra che, assieme, rendono il suono assolutamente unico.

Insomma un punto di riferimento assoluto per i bassisti di svariate generazioni.

Il "suo" basso è da sempre un Rickenbacker 4001, esattamente il quarto importato in Inghilterra dall'America, suo luogo di produzione; leggenda anche il colore, un crema chiaro non previsto assolutamente dal produttore. Si dice che per ripulirlo da adesivi, immagini e disegnini, Chris portò il basso da un luitaio; le modifiche poi si aggiunsero l'una all'altra, compreso un ulteriore arrotondamento del manico, ed alla fine optò per quel colore di rifinitura. Nel 1991 la casa madre costruì 1000 esemplari di Rickenbacker 4001 Chris Squire Signature.


Peter Banks

Primo chitarrista degli Yes, Peter Brockbanks esce nel 1971 dal gruppo. Inglese anche lui, classe 1947, nel corso degli anni (ben dopo la sua uscita dal gruppo) diventa un valido polistrumentista (nell'ottimo Instinct del 1992 suona tutti gli strumenti), riveste sempre un ruolo di altissimo livello nel mondo della musica, suona con i migliori artisti, ma non entra mai stabilmente in un gruppo e quindi rimane in un certo senso sconosciuto al grande pubblico.


Steve Howe

Stephen James Howe, Londra, 8 aprile 1947: ragazzo prodigio.

Chitarrista autodidatta di incredibile talento, inizia a suonare a 12 ed a 16 è già in un gruppo rhythm'n'blues semiprofessionista, incide anche alcuni singoli ed in breve diventa il chitarrista più richiesto dai gruppi londinesi di quegli anni.

Nel 1970 accetta di entrare negli Yes, dopo aver rifiutato proposte simili avanzate dai Jethro Tull e dai Nice, e sicuramente imprime un marchio profondo nella musica del gruppo sia come autore che come esecutore.

Nel primo album (The Yes Album del 1971) letteralmente esplode, per la felicità degli appassionati di questo strumento, cambiando tecnica in ogni brano, passando dal rock tosto al ragtime fino al mandolino. Per lui la chitarra è la chitarra, al di là della forma e dei collegamenti elettrici, e passa dall'acustica, all'elettrica alla classica riuscendo a tirar fuori sempre il massimo da tecniche completamente diverse.

Per cinque anni, dal 1977 al 1981 vince il Best Overall Guitarist della rivista tecnica Guitar Player ed entra, primo chitarrista rock, nella "Hall of Fame" della stessa rivista.


Tony Kaye

Anthony John Selridge, nato l'11 gennaio 1946 in Inghilterra, inizia a 4 anni lo studio del pianoforte, a 12 le sue prime esibizioni in pubblico e l'entrata alla School of Music londinese con l'aspirazione di diventare un pianista classico. Ma a 15 anni Anthony viene traviato dal Dixieland, dal jazz e dai Beatles, così inizia a suonare dapprima in un gruppo jazz e subito dopo (non aveva ancora superato i 15 anni) nella Danny Rogers Orchestra. Tre anni dopo abbandona definitivamente gli studi classici.

Alla nascita degli Yes entra nel gruppo, ma la sua permanenza è relativamente breve: dopo il concerto al Crystal Palace del 1974 viene invitato ad andarsene, forse a causa di dissidi con Ion Anderson

Dal 74 all'83 gli Yes cambiano vari tastieristi (parleremo di Rick Wakeman in particolare), mentre Tony Kaye suona con vari gruppi e vari artisti (tra i quali David Bowie), poi il rientro con l'album 90125


Rick Wakeman

Richard Christopher Wakeman, Perivale (Middlesex, Inghilterra), 18 maggio 1949, sicuramente uno dei geniacci Yes e, come Chris Squire, grande rivoluzionario del suo strumento ed ormai unanimemente considerato uno dei Grandi del Synth, assieme a Keith Emerson e Klaus Schulze, e tra quelli che meglio hanno saputo padroneggiare il complesso mellotron. A dir il vero qualsiasi strumento fosse dotato di tasti, compreso l'organo a canne, non rappresentava alcun problema per Chirs, com'è ovvio per uno che ha iniziato a studiare pianoforte a sei anni, a 14 suona in un gruppo blues ed a 18 supera gli esami di ammissione alla Royal College of Music (siamo nel 1967) dove studia musica moderna, clarinetto e orchestrazione per due anni per poi mollare tutto e dedicarsi all'attività sul campo.

Inizia nel 1970 con gli Strawbs e l'anno successivo è un Yes con i quali suonerà quasi senza interruzioni fino all'81, poi le sue saranno delle brevi apparizioni in qualche album. Anche Wakeman, come tutti gli altri Yes, si dedica alla carriera solistica e suona come session man per artisti di tendenze e formazione musicale completamente diverse tra loro (David Bowie, Black Sabbath, Cat Stevens, Mary Hopkins, Cilla Black, Clive Dunn, Elton John, Edison Lighthouse, Lou Reed, Al Stewart, John Williams, Brotherhood Of Man).

Nonostante rimanga con gli Yes fino al 2001 (con defezioni, uscite e rientri), dal 1971 al 2006 pubblica una novantina di album come solita, scrive alcune colonne sonore e tiene svariati concerti


Bill Bruford

William Scott Bruford di Seven Oaks nel Kent, Inghilterra, nato il 17 maggio 1948. Anche in questo caso ci troviamo davanti ad un vero e proprio rivoluzionario, in questo caso l'arma è la sua batteria. Senso del ritmo incredibile aiutato da una sensibilità ed una creatività non comuni, ottima preparazione (ha studiato batteria jazz all'Università di Leeds), notevole curiosità che lo spingerà a sempre nuove sperimentazioni: questi gli ingredienti.

Dal rhythm 'n blues suonato con un gruppo durante gli studi universitari, Bill Bruford passa direttamente agli Yes: e' il 1968 ed il suo tocco segnerà il suono del gruppo in modo inconfondibile.

In modo apparentemente inspiegabile abbandona Anderson e compagni nel 1972, dopo Close To The Edge, proprio nel momento di maggior successo degli Yes; in realtà la spiegazione c'è: c'era un gruppo fortemente innovativo (e dire che in quegl'anni tutto era innovazione!) che mischiava rock, jazz e progressive tirandone fuori qualcosa di particolarmente stuzzicante, un gruppo che sembrava suonare in una eterna jam-session, oltre a questo Bill sapeva che dal batterista di quel gruppo aveva molto da imparare. Erano i King Crimson ed il batterista era Jamie Muir con il quale incide Larks' Tongues In Aspic, poi Jamie si rinchiude in convento.

La sua permanenza nei King Crimson non è sicuramente una passeggiata, con Robert Fripp (il folle-geniale leader) che scioglie il gruppo, lo rifà ed imperversa come un ciclone irrefrenabile; tra una crisi e l'altra Bill Bruford, pur rimanendo con i King Crimson, suona dal vivo con i Genesis (mentre in studio il batterista rimane Phil Collins), fonda gli Uk, si dedica al jazz incidendo due album con il pianista Patrick Moraz ... Insomma, sperimenta ed impara mettendo sempre la musica davanti a successo e soldi.

Nel 1991, con l'album Union sarà nuovamente Yes, assieme ad un altro batterista, Alan White e ci rimarrà fino al live Symphonic Music Of Yes (live) del 1993; altra ricomparsa nel 1998 con Something's Coming; poi breve apparizione nei King Crimson, con l'album Vrooom Vrooom del 2001. Ma risale al 1986 la nascita degli Earthworks gruppo nel quale Bill Bruford può dar sfogo, in modo assolutamente libero, al suo amore per il jazz.

Rosalba Crosilla

Pubblicato nel 2009